Storie di Remo, l’incredibile George
XII puntata
George torno ‘nella sala con l’acqua minerale e si fermò’ di fronte alla ragazza ,ancora afflitta per quel furioso alterco con il fidanzato.
Faceva pena a guardarla così abbattuta e George non poté fare a meno di rincuorarla.
Non si era mai seduto con un cliente ,perché non era consentito ai camerieri di farlo ,ma la sala era ancora vuota e quella volta lui lo fece.
“Mi scusi signorina se mi intrometto “ -le disse-
“Ma parlavate ad alta voce e non ho potuto evitare di ascoltare.
Non si dia pena, vedrà che tutto si aggiusta e tornerà il sereno con quel ragazzo.”
Lei lo guardò intenerita per quelle parole e con un sorriso dí rassegnazione sulle labbra rispose:
“No ,non tornerà più il sereno con quella persona, ha tradito la mia fiducia ; il
mio cuore non va mai in giro da solo”
George rimase interdetto ,mostrando di non aver compreso e lei aggiunse.
“Gli fa’ compagnia sempre il mio cervello ”
Così dicendo bevve dal bicchiere un lungo sorso d’acqua,poi si scusò e chiese di pagare.
“ Non deve niente signorina ,stia tranquilla .”disse George.
La ragazza ringraziò con un cenno del viso e usci’ frettolosamente ,
lasciando lui pensieroso .
Il destino di George aveva svoltato l’angolo e tirava dritto per la sua strada ,dove avrebbe incontrato ancora una volta quella giovane dal sorriso triste.
Ma come fa’ un sorriso ad essere triste, vi starete chiedendo?
Il sorriso esprime gioia e la tristezza malinconia; sono
parole che fanno fatica a stare insieme.
Quelle labbra distese dolcemente su un velato sconforto, George non riusciva a levarsele dagli occhi.
Sembravano appartenere ad un personaggio famoso che lui aveva già visto tante volte.
Dopo che lei era uscita arrivarono i due camerieri di rincalzo perché la serata era bella “tosta “.
C’era un diciottesimo con 20 coperti, una cena di lavoro con i rappresentanti della “Scottex” e financo un addio al celibato con una tavolata che sembrava un treno.
Altre prenotazioni minori non mancavano e come sempre al ristorante ”Vista Paradiso” la serata trascorse tra brindisi e cori camerateschi.
Era quasi l’una di notte ,quando George inforcato il motorino diresse verso casa.
Costeggiava il mare e respirava a pieni polmoni quell’aria frizzantina della notte ,pregna di salsedine.
Ad un tratto prese a ridere ,prima piano ,poi sempre più forte mentre solo, su quel motorino scoppiettante ,gridava nel buio un nome:
“La Gioconda”
Ecco di chi era quel sorriso triste dipinto sul quadro più famoso del mondo.
Ma quella ragazza aveva solo il sorriso di Monna Lisa ,il resto era molto più bello; i suoi
zigomi pronunciati e gli occhioni neri da “califfa” erano tratti di un viso stupendo.
Poi, della dama di Leonardo conosciamo solo il pezzo di sopra ,il resto non sapremo mai come era fatto.
Invece quando era uscita dal ristorante George era rimasto a bocca aperta vedendo i fianchi generosi di lei, sorretti da due cosce bellissime; e tutta
quella bontà si muoveva con grande armonia mentre la ragazza andava via dal locale.
Riusci a dormirci sopra solo perché era distrutto dalla stanchezza e l’indomani quando ancora mezzo assonnato entro’ in cucina e si diresse con la tazza in mano alla macchinetta del caffè, sentì la voce della mamma che tuonava.
“Questo caffè ti andrà di traverso, hanno fatto tutto un conto con le multe che non hai pagato in cinque anni. Questi soldi non li abbiamo, vedi come devi fare!”
Lo diceva sventolando una cartella esattoriale, quelle di colore verde speranza che si trasforma in verde vescica quando vedi la cifra da pagare.
George bevve lo stesso il caffè noncurante dei patemi materni.
Disse che non avrebbe pagato un bel niente ,tanto non avevano nulla da togliergli.
La povera madre cominciò a piangere ,come tutte le volte che si trovava di fronte ai “casini”del figlio.
Si alzò e andò a rovistare nel comò della camera da letto.
Tornò’ poco dopo con il fagottino dei suoi gioielli dicendo:
“Vedi che qui di fronte ,vicino alla banca ,ho visto che hanno aperto da poco un “Compraoro”.
Porta a valutare questi ricordi di papà,tanto non li metto più ed ogni volta che ci allontaniamo da casa ho il problema di nasconderli per paura dei ladri.Vedi quanto ti danno e poi va a pagare la cartella,non voglio morire con la vergogna di lasciare un figlio “fallito “
George si andò’a rimettere sul letto come faceva sempre,dopo il caffè.
Rimaneva disteso giusto dieci minuti,poi andava in bagno a tolettarsi ,quindi si vestiva e usciva per iniziare la giornata.
Scendendo in strada ,notò che effettivamente di fronte avevano aperto un bel locale su cui campeggiava il cartello “ COMPRO ORO”
Attraversò la strada e ,dopo aver avuto il consenso di ingresso alla porta a vetri “blindata” , entrò nel negozio.
Teneva stretto sotto al braccio il borsello con l’oro dentro,ma quasi gli casco ‘ per terra ,quando vide che la ragazza che stava al banco lo guardava con quel sorriso triste di Monna Lisa.

Camily Bosch





